22.06.2017 - Buongiorno Irpinia
Buongiorno, Irpinia. Ieri “Il Mattino” ha riportato sulla prima pagina dell’edizione provinciale una notizia curiosa e gustosa insieme. Un imprenditore di Manocalzati è stato assolto dall’accusa di truffa ai danni della “Società Autostrade per l’Italia”. Ripetutamente, seguendo a distanza ravvicinatissima le auto munite di Telepass, entrava ed usciva dai caselli senza pagare il pedaggio. Secondo i giudici non vi erano prove che alla guida del veicolo aziendale ci fosse lui. Amen.
Io credo che noi irpini (ma anche gli altri utenti) non dovremmo pagare il pedaggio autostradale nel tratto Candela-Baiano. E senza ricorrere allo stratagemma del furbo imprenditore di Manocalzati, credo anche che dovremmo essere assolti - “Perché il fatto non costituisce reato” - nel caso, peraltro scontato, che Autostrade ci citasse in giudizio.
Il motivo a base della nostra presunta “disobbedienza civile” è il seguente. Lungo il percorso citato, che copre una distanza decisamente significativa, il limite di velocità è fissato a 80 Km/ora. Ne abbiamo già scritto qualche giorno fa: non si comprendono le ragioni per cui bisogna viaggiare a passo di lumaca su un’autostrada che per visibilità e pendenze, salvo brevissimi tratti, non presenta particolari problemi.
La verità è che il limite di 80 km orari data mezzo secolo fa, quando l’autostrada fu costruita, e che da allora non è stato mai aggiornato, nonostante l’altissimo grado di sicurezza che la tecnologia ha nel frattempo conferito a tutte le autovetture.
Va aggiunto che tra i succitati caselli è installato un solo tutor di controllo della velocità, precisamente nel tratto Avellino Est-Baiano, e che questa scelta fu conseguenza esclusiva, dunque strumentale, della strage del pullman sul viadotto Acqualonga il 28 luglio 2013.
Significa che le stesse istituzioni competenti non hanno ritenuto e non ritengono, ai fini della sicurezza stradale, che il percorso in questione vada monitorato con strumenti dissuasivi e misure sanzionatorie rispetto a quel limite di velocità.
Chiaramente, l’invito alla disobbedienza civile è pura provocazione. C’è materia a sufficienza, comunque, per sollevare il problema nelle sedi competenti. Magari con una petizione popolare di questo tenore: o si porta a valori adeguati quel limite di velocità o niente pedaggio nel tratto Candela-Baiano. Di fatto, oggi, paghiamo un servizio che non ci viene reso. A 80 all’ora si viaggia sicuro anche sulle strade interpoderali.