21.06.2017 - Buongiorno Irpinia
Buongiorno, Irpinia. E’ proprio il caso di dirlo: tanto tuonò che piovve! E l’acqua stavolta c’entra per davvero.
Dunque, in 24 ore due buone notizie. La prima è che la Regione Campania ha finanziato con circa 7 milioni di euro l’adeguamento dell’impianto di sollevamento della centrale di Cassano. La seconda è che dall’incontro tra Alto Calore Servizi (Acs), Acquedotto Pugliese (Aqp) e Ente Idrico Campano (Eic) è stata raggiunta l’intesa per riequilibrare i prelievi dalle sorgenti irpine.
Attenzione: non significa che da domani, con un tocco magico, finirà l’emergenza idrica estiva che da anni crea disagi enormi in molti comuni irpini. Nel giro di una-due settimane di certo migliorerà l’attuale condizione grazie alla maggiore, temporanea disponibilità di acqua che l’Acs potrà pompare e quindi distribuire.
Ma il problema irpino, e invero anche sannita, si risolverà nella sua interezza soltanto quando si metterà mano alla sostituzione delle condotte colabrodo. Il vero dramma è lì, nella abnorme dispersione d’acqua che realizza diseconomie scandalose.
Intanto, però, le due buone notizie della giornata hanno un significato molto importante: rappresentano una correzione di rotta, il discrimine tra politica delle chiacchiere e politica dei fatti.
Della necessità di adeguamento dell’impianto di Cassano, ad esempio, si parla da tempo immemorabile. Evidentemente chi ha preceduto il presidente De Stefano alla guida di Acs ha pensato ad altro. Così come ad altro, forse, ha pensato la giunta regionale che ha preceduto quella di De Luca. Di certo c’è che oggi, finalmente, grazie alle motivate sollecitazioni di De Stefano e alla diversa sensibilità del Governatore (per lui tutto l’iter è stato seguito dal suo vice Bonavitacola), il finanziamento è arrivato. E si tratta di un’opera utilissima, che in virtù delle moderne tecnologie farà aumentare la potenza dell’impianto e diminuire il consumo di energia, la voce che maggiormente incide sulle bollette acqua degli utenti irpini.
Identico discorso per i rapporti con l’Acquedotto Pugliese. Al di là delle chiacchiere, fino a ieri nessun fatto. Perché, si voglia o no, è un fatto essere riusciti a fare avviare il dialogo tra le Regioni Campania e Puglia e i rispettivi enti e società di gestione delle risorse idriche. L’Irpinia vive la condizione paradossale di essere tra le province italiane più ricche d’acqua, di darne in abbondanza alla Puglia e Napoli e, contemporaneamente, di restarne più facilmente a secco e addirittura di pagarla in bolletta più di quanto costi ai napoletani e ai pugliesi.
Niente di più sciocco che parlare, al riguardo, di uno scherzo del destino, che non c’entra niente. O c’entra tutto soltanto se conveniamo che è un destino letteralmente disegnato dalla malapolitica irpina e regionale.
In ogni caso, anche qui il discrimine è tra la politica delle chiacchiere e la politica dei fatti. Fino al passato remoto che ha preceduto il presidente De Stefano, ad esempio, l’Acs ha pensato a distribuire promozioni e ricche consulenze. Da ultimo, perfino costosissimi “Baci Azzurri” per i quali, grazie a Nostro Signore che vede e provvede, la Corte dei Conti ha chiesto a chi di dovere le necessarie spiegazioni, partendo dal presupposto che l’Alto Calore s’interessa d’acqua e non di cinematografia. Da De Stefano in poi, è diventato attuale e pressante il tema del rapporto da rivedere con Aqp, ovvero il rapporto tra Campania e Puglia sul caso “acqua irpina”. Ed ancora Bonavitacola, su incarico di De Luca, ha cominciato a lavorarci su facendo tirare fuori dal cassetto troppe carte ch’erano lì ad ammuffire.
Insomma, finalmente qualcosa si muove.