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Buongiorno

10.08.2018 - Buongiorno Irpinia

Ciampi non ha accordi con il Pd. A maggior ragione farebbe bene a dimettersi

Mercoledì ho scritto che la stragrande maggioranza dei consiglieri comunali di Avellino, praticamente 25 su 30, seppure non possano confessarlo senza il rischio d’essere presi a fischi e pernacchie dai cittadini, sono fortemente intenzionati a cuocere a fuoco lento il sindaco Ciampi per indurlo alle dimissioni nell’arco di sei-sette mesi. Ed ho aggiunto che il sindaco e i 5 Stelle farebbero cosa politicamente saggia ed utile - per il capoluogo ed anche per se stessi - se provocassero la interruzione immediata del mandato amministrativo con le dimissioni del primo cittadino e si sottoponessero ad una nuova prova elettorale, dopo il prescritto periodo di commissariamento del Comune, per chiedere agli avellinesi la maggioranza assoluta. Dal momento, infatti, che dispongono soltanto di cinque consiglieri, non intendono fare alleanze e nemmeno un "contrattino di governo", tipo quello nazionale, con chi ci sta per avere i numeri sufficienti in Consiglio, bene che dovesse andare, il Sindaco sarebbe condannato a vivacchiare, facendo danni a se stesso e al Movimento che rappresenta. Altro che Cambiamento, dunque: un anno di questa roba e i 5 Stelle verrebbero rimossi per sempre dalle intenzioni di voto degli avellinesi.

Questo è quanto racconta la realtà. Il resto è noia.

Noto un convinto sostegno a questa tesi tra i commenti alla mia riflessione. Con la frequente sottolineatura di una opzione ritenuta migliorativa. La seguente: prima delle dimissioni di Ciampi deve essere dichiarato il dissesto. E ciò per fare in modo da rendere incandidabili i consiglieri comunali che si siano resi responsabili delle rovinose condizioni delle casse municipali. Insomma, il suggerimento di seguire questo percorso è tutto finalizzato a fare piazza pulita di buona parte della classe dirigente amministrativa degli ultimi anni.

Diciamo subito che in teoria sarebbe una bella botta rivoluzionaria. Il problema è che non è possibile esaudire questo desiderio-necessità in automatico. É la Corte dei Conti che decide se e quali consiglieri debbano essere "puniti". Passerebbe comunque tempo, niente intanto potrebbe evitare il logoramento di Ciampi.

Altri commenti suggeriscono che Ciampi appare molto tranquillo e che questa sarebbe la prova che ha un’intesa già bell’e fatta con i consiglieri eletti nella lista Pd o di area Pd per poter andare avanti. L’intesa, secondo la scuola di pensiero testé citata, sarebbe addirittura inevitabile per i suddetti consiglieri: Ciampi li terrebbe sotto ricatto, pena la dichiarazione di dissesto, l’incandidabilitá e via discorrendo.
Con tutto il rispetto per chi la pensa così, mi pare si tratti d’una interpretazione moto fantasiosa. Io non credo affatto che i 5 Stelle puntino ad una intesa con il Pd comunque motivata. Ad Avellino e in Irpinia il Pd rappresenta il passato prossimo e remoto. Perché mai i 5 Stelle dovrebbero avere un qualsiasi rapporto di collaborazione con la parte politica che si sono impegnati a distruggere perché ritenuta responsabile dello sfascio d’Irpinia?

Se davvero qualcuno, tra i 5 Stelle, fosse stato soltanto sfiorato dal pensiero d’una simile follia suicida, sarebbe semplicemente da trattare con la camicia di forza. Suvvia, dunque: sarà pur vero che i grillini mancano di cultura amministrativa e di una scuola politica, ma pensare di loro simili sciocchezze significa trattarli da fessi. E questi tutto sono fuorché fessi. Nessuno s’illuda.