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Buongiorno

30.10.2019 - Buongiorno Campania

De Luca e l’obiettivo di “umanizzare” la Sanità della Campania

Ieri al “Monaldi” di Napoli c’è stata la posa della prima pietra del centro “Nermo”, acronimo di NeuroMuscolar Omnicenter, una struttura sanitaria d’avanguardia per l’assistenza ai pazienti affetti da malattie rare.

Le agenzie di stampa hanno raccolto una dichiarazione del presidente della Regione, Vincenzo De Luca. E’ la seguente.

“Vogliano diventare in poco tempo uno dei sistemi sanitari modello in Italia e in Europa per umanità, efficienza e rigore…. Risanare la Sanità campana è stato come fare la corsa avendo sulle spalle 100 chili di peso... Un lavoro, in molti casi iniziato da zero, che ci mette oggi nelle condizioni di chiedere la fine del commissariamento... Da novembre potremo dedicarci all’umanizzazione del servizio sanitario: non dovrà esserci più nessun paziente in condizione di solitudine, nessun padre e nessuna madre costretti a vivere ancor più disperatamente tragedie indicibili, nessuna persona non autosufficiente senza un medico o un infermiere a garantire l’assistenza domiciliare. Dopo aver risanato i conti, dopo aver rilanciato la rete ospedaliera e le nostre grandi eccellenze nel campo della Medicina e della Ricerca, dobbiamo ora lavorare sulle singole persone”.

Ecco, a pochi o a tanti le parole di De Luca potranno suonare come propaganda, frasi altisonanti senza realistico contenuto, vuota retorica politica. La mia opinione, maturata sulla osservazione e sulla conoscenza del lavoro svolto, è che non ci sia alcuna enfasi nella dichiarazione di De Luca. Vi leggo, piuttosto, consapevolezza e coscienza di quanto è stato fatto in questi ultimi quattro anni per riportare la Sanità campana sui binari giusti.

Del resto, è stata la Sanità l’assillo di De Luca, la sua sfida, il suo principale obiettivo. Nel ribadito concetto di “umanizzazione” della Sanità campana non c’è soltanto l’ambizione d’un traguardo. C’è anche, direi soprattutto, una scelta di campo, una precisa filosofia politica: riportare il “paziente” al centro, sottrarlo ai perversi meccanismi economicistici che hanno imbarbarito il rapporto tra sistema sanitario e persona umana.
Già soltanto l’averlo pensato e perseguito, perdippù in una condizione da giungla di egoismi e interessi dilaganti, fa di De Luca un sincero e combattivo “rivoluzionario”.

L’atteggiamento snob o denigratorio di taluni ambienti, non solo politici, nei.confronti del Governatore tradisce probabilmente l’insofferenza verso la carica di idealità politica e passione civile di una persona che da decenni serve le istituzioni con impegno sovrumano.

De Luca è tutt’altro che immune da errori: non ne fa solo il Padreterno. Magari non ha nemmeno un carattere da salotto buono: ed è un bene per la collettività, visti i guai che troppo spesso hanno origine in quei salotti. Una cosa, tuttavia, sarebbe ingeneroso, ingiusto e volgare non riconoscere al politico e all’uomo De Luca: la coerenza assoluta e trasparente tra ciò che pensa, ciò che dice e ciò che fa. Una merce rara, Signore e Signori, nell’imbarazzante scenario che passa l’attuale convento politico italiano.