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Buongiorno

30.10.2017 - Buongiorno Irpinia

Foti e i parcheggiatori. Egregio Procuratore D’Onofrio, questa volta mi ha deluso

Buongiorno, Irpinia.
Mai come in questa caso la premessa è d’obbligo.
Chi mi onora della propria attenzione – per le cose che scrivo su questo mio Blog e per i commenti, soprattutto di politica, su Orticalab – sa bene che non sono mai stato tenero nei confronti del sindaco di Avellino. Anzi, assieme all’amico collega Marco Staglianò, credo che abbiamo aspramente criticato più noi due l’Amministrazione Foti, e il sindaco in particolare, che tutti i giornalisti irpini e l’opposizione consiliare in coro.

Su un diverso versante, devo aggiungere che da quando faccio questo mestiere, e siamo intorno al mezzo secolo, ho sempre sostenuto l’azione di Pubblici Ministeri e Giudici, convinto come sono che, al di là dei non pochi errori giudiziari che si registrano, e intendo quelli commessi in buona fede, la magistratura resta il più affidabile tra i Poteri dello Stato e certamente una irrinunciabile garanzia per la stessa convivenza civile.

Ciò detto, faccio molta fatica ad apprezzare, e in effetti non apprezzo affatto, l’attacco del Procuratore aggiunto Vincenzo D’Onofrio al sindaco di Avellino nel corso di un Forum al “Quotidiano del Sud”.

Sulla ormai famigerata vicenda dei parcheggiatori di Avellino - che si trascina da tempo e che è culminata con una serie di fortissime e volgari contestazioni al Sindaco dentro e fuori l’aula consiliare – il Procuratore D’Onofrio ha sostanzialmente “accusato” di Foti di ignavia, perché non ha denunciato le eventuali pressioni che avrebbe subito. “Un politico che non si fa i fatti degli altri, fatti criminali, nell’esercizio delle sue funzioni – ha detto D’Onofrio – è egli stesso un criminale perché omette la denuncia”. “Ho l’impressione – ha aggiunto il magistrato – che agli interessati (Sindaco ed altri soggetti istituzionali, ndr) faccia più comodo il silenzio o al massimo una parvenza di parola”. E ancora: “Mi chiedo il perché di certe scelte, forse sono per ignavia o per paura. Ma dico: io ho fatto un concorso per diventare magistrato. Nessuno ti ha detto di fare il sindaco se poi ti metti paura”.

Eh no, esimio Procuratore aggiunto! Dal momento che non siamo in aula di Tribunale, la Sua requisitoria è del tutto fuori luogo. Ascoltandola su Irpinia Tv, che ha ripreso il Forum, e leggendola sul Quotidiano del Sud, mi è sembrato di vedere e di sentire, non l’ottimo magistrato Vincenzo D’Onofrio, che peraltro apprezzo moltissimo, ma un qualsiasi ed anche teatrante consigliere comunale di opposizione, o di maggioranza ma pregiudizialmente oppositore del sindaco: del genere Gianluca Festa, per intenderci.

Epperò, Lei fa il Pubblico Ministero, mica il politico. Lei non può avere “l’impressione” che “agli interessati faccia più comodo il silenzio o al massimo una parvenza di parola”. Se ha elementi per sostenere l’accusa di reticenza, peraltro relativa a comportamenti sui quali ha di nuovo “l’impressione” che siano “fatti criminali”, agisca secondo la legge. Che, come Lei m’insegna, impone l’obbligo dell’azione penale in presenza d’una “notizia criminis”. Ma ciò può avvenire nel Suo ufficio, non in una redazione giornalistica e, quindi, in un contesto del tutto estraneo alla corretta procedura penale.

Forse non si è accorto, Signor Procuratore aggiunto, che si è lasciato sfuggire di mano la situazione, ed ha gratuitamente sbeffeggiato il Sindaco del capoluogo, che merita dalla magistratura tutto il rispetto istituzionale che, a sua volta, egli deve alla magistratura.

Nel merito generale della questione, mi permetto di aggiungere che l’Amministrazione Foti ha avuto il coraggio – altro che ignavia – di dire basta alle grigie gestioni dei parcheggi di Avellino, mettendo a gara un servizio per troppi anni merce di scambio con la politica locale.

Io mi permetto umilmente, Dottor D’Onofrio, di invitarLa ad un ripensamento di questo brutto incidente. La Sua profonda sensibilità istituzionale non dovrebbe far velo ad un gesto altrettanto umile, saggio e giusto.