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Buongiorno

08.04.2018 - Buongiorno Campania

Se De Luca si muove alla conquista del Pd regionale

Buongiorno, Campania.
Tra i politici Pd di primissimo piano della Campania che sembrano aver compreso la lezione del 4 marzo figura certamente il presidente della Regione, Vincenzo De Luca.

Sul piano istituzionale, già la scorsa settimana aveva annunciato la convocazione degli Stati Generali. Con due obiettivi dichiarati: rendere dettagliatamente conto del lavoro svolto dalla Regione nei primi due anni e mezzo del suo mandato; ascoltare le parti sociali – imprenditori e sindacato – e il variegato mondo professionale, associazionistico e culturale per una verifica del grado di sintonia dell’azione di governo con la realtà.

Ancora la scorsa settimana, De Luca ha anticipato la bozza di un grande obiettivo che intende perseguire: la formazione di cinquantamila giovani che dovrebbero poi avere uno sbocco lavorativo nella Pubblica Amministrazione della Campania. C’è l’impegno ad illustrare i dettagli del progetto nel corso degli Stati Generali di maggio.

Tre mosse intelligenti, insomma. La prima per riconoscere, con buona dose di autocritica, che la comunicazione istituzionale è stata carente e perciò stesso non ha raggiunto in maniera adeguata la comunità regionale. La seconda per una più ampia apertura di Palazzo Santa Lucia alle istanze della società campana. La terza per un duplice scopo: rendere concreta l’attenzione del governo regionale verso la disoccupazione giovanile; svecchiare l’apparato burocratico per affrontare e vincere la sfida della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

De Luca dimostra d’aver ben compreso la lezione del 4 marzo anche sul versante più squisitamente partitico. In verità, già in tempi non sospetti aveva più volte denunciato l’inesistenza del Pd regionale. Era stato suo l’invito a Renzi a usare il lanciafiamme. Evidentemente si era rivolto alla persona sbagliata.

Ad ogni buon conto, venerdì – nel suo consueto appuntamento settimanale su Lira Tv – ha voluto ricordare, non a caso, che “il primo a fare la rivoluzione contro i partiti” fu lui nel 1993, quando – in dissenso con il Pds – rifiutò il simbolo e si candidò a Sindaco con la sua lista “Progressisti per Salerno”: l’inizio, in effetti, della sua ascesa politica.

Per dire, in buona sostanza, che lui la testa non l’abbassa di fronte agli errori (oggi) del Partito Democratico. E che comunque non molla. E soprattutto non scappa. Tutt’altro: nel Pd ci resta, con l’intenzione, ancorché non confessata, di esserne il “socio” di maggioranza in Campania.

Ecco allora la sua decisione, concordata con la segreteria regionale, di avviare dal 22 aprile un “giro” tra i circoli del Pd, partendo da Napoli come è giusto che sia. Si parlerà, ancora qui non a caso, di inclusione sociale e contrasto alla povertà: una sfida tutt’altro che velata ai Cinque Stelle proprio sul terreno che in qualche misura spiega il loro trionfo in Campania e nel Mezzogiorno d’Italia.

Quali potranno essere i frutti di questa semina, con un quadro politico nazionale tanto confuso quale oggi appare, è difficile dire. Intanto De Luca ci prova, si muove, combatte. Ed è già una rivoluzione della volontà e dell’impegno politico nel clima di pigro smarrimento in cui il Partito Democratico sembra piombato dopo lo tsunami del 4 marzo.