29.07.2017 - Buongiorno Irpinia
Buongiorno, Irpinia. Maria Tirone, 61 anni, nativa di Campobasso, è il nuovo prefetto di Avellino. Fino ad oggi ha retto la prefettura di Foggia. Precedentemente quella di Crotone. Nel 2010 è stata Vice Capo di Gabinetto dell’allora presidente della Campania, Stefano Caldoro.
Ha un curriculum di tutto rispetto, con esperienze maturate in diversi settori della Pubblica Amministrazione. Speriamo bene.
Diciamo speriamo bene, e con tutto il cuore irpino possibile, perché negli ultimi anni la provincia di Avellino non è stata molto fortunata con i Prefetti: non si è mai capito se perché ci considerano, giustamente dal loro punto di vista, una provincia alla periferia dell’impero, per di più piccola; o perché a Roma sono ancora convinti che l’Irpinia è un luogo assolutamente tranquillo dove lo Stato, specie per quanto attiene all’ordine pubblico e alle tensioni sociali, c’è o non c’è è la stessa cosa.
Siamo stati sfortunati, Per carità: non perché gli ultimi tre Prefetti, giusto per restringere l’arco temporale, non avessero il curriculum adeguato o non fossero sufficientemente attrezzati. Siamo stati sfortunati, perché, tra un inciampo e l’altro, un Signor Prefetto, non diciamo di ferro, ma almeno di zinco, non lo abbiamo avuto.
Il Prefetto in uscita, Carlo Sessa, aveva tutte le carte in regola per essere un ottimo rappresentante del Governo in terra d’Irpinia. Nel corso della sua missione ha dovuto, purtroppo, patire l’arresto del figlio con l’accusa infamante di usura. Inevitabilmente il suo lavoro è stato condizionato da questo fardello. Lo diciamo con profondo rispetto umano. Ma è la realtà.
Prima di lui, Umberto Guidato. Brav’uomo. Un anno di permanenza. Gli avellinesi nemmeno se lo ricordano.
E prima ancora, l’inizio della Trilogia della Sfortuna: Ennio Blasco. Lui ha lasciato il ricordo delle scarpe ginniche che usurava alla grande perché passeggiava molto, anzi troppo. E il ricordo del bel cane, che pure andava quotidianamente a passeggio per i bisognini, ma non con lui, bensì con gli uomini della Polizia assegnati alla prefettura. Insomma, Blasco avrebbe lasciato memoria del suo passaggio ad Avellino per le scarpe ginniche e per il suo bel pastore tedesco al guinzaglio dei poliziotti se non fosse stato per quelle brutte vicende di presunta corruzione che lo condussero agli arresti.
E allora, “Prefettessa” Tirone, benvenuta e tanti auguri. A noi irpini non resta che sperare: fosse che fosse la volta buona?