09.04.2025
Ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, in occasione del tavolo con le imprese, la Premier Giorgia Meloni ha detto tra l’altro: “La sfida da esplorare è quella che l’Italia è stata la prima nazione a promuovere, e che anche la presidente von der Leyen ha ribadito, ovvero la possibilità di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula ‘zero per zero’. In questo mi pare che ci sia una disponibilità sia da parte della presidente della Commissione che da parte del commissario al Commercio. Questo è il negoziato che deve vederci tutti impegnati e a tutti i livelli, che vede impegnati noi e che impegna me che sarò a Washington il prossimo 17 aprile e ovviamente intendo affrontare anche questa questione con il Presidente degli Stati Uniti”.
Cosa dire? Tentare non nuoce. Tuttavia, a proposito dell’incontro con Trump il “17”, giorno che già di per sé consiglierebbe qualche scongiuro, ci consentiamo di suggerire alla Premier di far controllare a vista e da subito i movimenti di Salvini: non si sa mai, potrebbe impegnare furtivamente l’aereo di Stato e raggiungere Trump prima di lei, giusto per ostentare un potere di rappresentanza che non ha. Lo ha già fatto una settimana fa bypassando il ministro degli Esteri, Tajani, con la telefonata al vice di Trump. Lo ha fatto ancora domenica scorsa, al congresso della Lega, dicendosi pronto per tornare al Viminale - posto peraltro già degnamente occupato da un ministro capace, degno, colto e galantuomo - e per di più lo ha detto all’insaputa della presidente del Consiglio e del Presidente della Repubblica, ossia di chi - rispettivamente – propone e nomina i membri del governo.
Non è roba da poco tutto questo movimentismo di Salvini. Vuoi vedere che sotto sotto gatta ci covi?